Dopo le gelate, la siccità?



Mancano pochi giorni al solstizio d’estate. Le vigne sono rigogliose e il paesaggio ha davvero il sapore della stagione imminente.

Durante il mese di maggio, in campagna sono stati selezionati manualmente i germogli, operazione fondamentale per regolare la carica produttiva e per equilibrare l’apparato fogliare della pianta. Le vigne colpite dalla gelata della fine di aprile, quelle che ci avevano fatto temere il peggio, hanno dato segnali di forte ripresa, stimando così una perdita inferiore a quanto pensato in un primo momento. Anche i sovesci sono in piena fioritura, in particolare le essenze leguminose, fondamentali per aumentare la sostanza organica nel terreno e per creare la matrice humus.

L’acqua, però, è fortemente nei nostri pensieri: dal primo gennaio a oggi abbiamo registrato solo 270 mm di pioggia, contro i 520 mm dello stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, i 120 mm di pioggia nel mese di maggio del 2016 sono oggi sostituiti dai 38 mm del 2017. Se da una parte l’assenza di pioggia ci ha permesso di svolgere le operazioni di campagna senza interruzioni o rallentamenti, l’attenzione va però alla riserva idrica nel terreno che si sta riducendo, creando pensieri per l’imminente stagione estiva, quella che si caratterizza spesso per essere abbastanza siccitosa.

Non possiamo controllare il tempo, si sa, né abbiamo mezzi a disposizione per affrontare problemi di tale natura, ma possiamo mettere in campo le nostre abilità per gestire, ad esempio, la parete fogliare ma, soprattutto, sperare in qualche sporadica pioggia.

“L’uva quand’è tanta può diventar poca, ma quando è poca può esser tanta”, come dice sempre Fosco Peruzzini, storico operaio di vigna a Brolio, ormai in pensione.